I Giardini della mia infanzia

Quelli che oggi sono i giardini Indro Montanelli, per me saranno per sempre i giardini di porta Venezia, quelli che per intenderci ospitavano il giardino zoologico di Milano. Pur comprendendo da ragazzo che i giardini zoologici sono una forma di schiavitù (per gli animali) che non dovrebbe esistere, a un bambino di qualche anno è difficile da spiegare e infatti mio padre, mi ci portava spesso, durante la pausa di chiusura del suo negozio di barbiere in quel di viale Monza al 173. Eravamo alla metà degli anni settanta, in una Milano diversa, in un paese, il nostro attraversato da mille cortei e che aveva un fascino che oggi non c’è più, qualche anno dopo Alberto Fortis ci regalò una splendida canzone che dipinse la Milano di allora in modo perfetto, ma questa è un’altra storia. Io ho ricordi bellissimi di quel periodo. Oggi fortunatamente lo Zoo non c’è più, è stato chiuso nel 1992, i giardini hanno ripreso vita, sorgono davanti al Pac (il padiglione d’arte contemporanea), sono ben curati e al suo interno ha ripreso vita anche palazzo Dugnani, bellissima la fontana proprio davanti al Palazzo. Al suo interno tra laghetti e ippocastani decine di sculture, tra le quali spiccano quelle dei Martiri dello Spielberg e quella di Luciano Manara. Dall’ingresso dei Bastioni di Porta Venezia. Insomma uno splendido parco cittadino, teatro anche di un attentato (quello di via Palestro) che costò la vita a cinque persone e devastando parte del Pac e della villa reale in quella maledetta estate del 1993, in un altro periodo tragico del nostro paese, l’ennesimo…Buon Sabato e Buon Viaggio

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Milano, Vincenzo e i Promessi Sposi

Nel cortile di questo bel palazzo di fine ottocento, al numero uno di Corso Buenos Aires,  ci sono dodici statue che raffigurano i volti di alcuni dei protagonisti del bellissimo romanzo Manzoniano. Il Luraschi fu uno dei primi a non rispettare e a infrangere la norma di legge detta servitù del Resegone che prevedeva, che le costruzioni a Nord della città non superassero i due o tre piani. Questo cortile ha anche un altra chicca, le quattro colonne, provengono dal Lazzaretto (anche questo di Manzoniana memoria), sino al 1940, questo splendido cortile ha ospitato anche un ristorante birreria. Insomma una chicca in tutto per tutto, che non sono in molti a conoscere . Proprio ieri mentre correvo tra i sentieri in mezzo ai campi dietro casa, ascoltando Milano e Vincenzo, gli occhi si sono riempiti di lacrime e una marea di ricordi ha inondato la mia corsa.

“Mi piacciono i tuoi quadri grigi
Le luci gialle e i tuoi cortei
Oh, Milano, sono contento che ci sei
Vincenzo dice che sei fredda
Frenetica e senza pietà
Ma è cretino, e poi vive a Roma e che ne sa”

Buona giornata e Buon Viaggio.